I tempi sono cambiati, le mode cambiano in tutti i campi e anche l'alimentazione a volte fa "tendenza".
Basta guardarsi intorno, nei supermercati, negozi, ristoranti o bar, oppure facendo un giro sui social. Superfood, vegan, bio, km0, gluten-free, anti-aging sono solo alcuni esempi di termini o diciture entrati nel linguaggio comune, o stampati sulle confezioni di qualsiasi cosa (si parla di superfood anche nei cibi per cani).
Molte di queste saranno probabilmente delle mode passeggere, è vero, soprattutto per i più giovani che si lasciano influenzare da personaggi famosi che postano su instagram foto accattivanti di piatti sani, colorati e creativi, mostrando contemporaneamente il loro fisico statuario. D'altra parte gli influencer si impongono sui social in tutti i campi, ben venga anche sulla sana alimentazione.
Sono tanti gli ashtag che possiamo trovare facendo un giro in rete #healthyeating, #cleaneating, #healthyfood, #instafood, #cibosano ecc, ai quali si contrappone l'altrettanto virale #foodporn, che allude a cibo goloso da mangiare con gli occhi.
In ogni caso al di là dei trends del momento, l'attenzione per un'alimentazione più salutare è cresciuta già da un pò di anni, complice una divulgazione scientifica sempre più presente, attraverso canali ufficiali come libri, tv, riviste, blog, o anche canali social, utilizzati non solo da personaggi famosi ma adesso sempre di più da esperti, medici nutrizionisti biologi ecc.
Ecco, è proprio leggendo le loro pubblicazioni che abbiamo imparato che spesso l'industria alimentare ha condizionato le nostre scelte e i nostri gusti, ma è altrettanto vero che negli ultimi decenni, l'opinione di illustri professori dall'indubbia credibilita ha portato a una inversione di tendenza da parte dei consumatori e conseguentemente, da parte del settore industriale e ristorativo.
-Ritorno all'integrale-
È il caso ad esempio del prof. Berrino (Istituto Nazionale dei tumori di Milano) e della sua campagna (sostenuta anche dalla rete) contro la farina bianca, che ha definito addirittura come "il più grande veleno della nostra alimentazione"... "un contributo all’insorgenza di gran parte delle patologie croniche che affliggono l’umanità"; stesso destino per lo zucchero raffinato o per il classico riso bianco o brillato.
Questo ha contribuito, tra le altre cose, a far rifiorire sugli scaffali dei supermercati farine di ogni tipo, integrali o semi-integrali, di riso, di farro, riso o pasta integrale e poi un pullulare di merendine e biscotti "senza farine raffinate" "senza zuccheri aggiunti" (di queste ultime non avevamo bisogno).
Forse la definizione di veleno è stata una posizione un pò estrema, forse non condivisa da tutta la comunità scientifica, ma questa scossa all'industria ha cambiato il nostro modo di fare la spesa, più attento alla qualità, e alla salute. Forse è solo una moda? Benvenuta!
-Senza glutine-
E non dimentichiamoci dell'aumento delle vendite di prodotti senza glutine, i "gluten free", ora disponibili molto più facilmente in tutti i supermercati, o semplicemente di prodotti alternativi al grano: miglio, quinoa, amaranto, grano saraceno, i cosiddetti "falsi cereali".
-Grano moderno-
All'avvento di questi ultimi prodotti ha contribuito tra gli altri, a livello internazionale, anche il libro del cardiologo americano William Davis, che nel suo libro best seller "la dieta senza grano", ci parla della "pancia da grano" e di come quest'ultimo sia il responsabile di diverse patologie moderne. In gran parte a causa dell'uso e abuso di vari prodotti da forno industriali e non, ma anche e soprattutto per colpa - da quanto emerge nel libro - del grano moderno: il cosiddetto "grano nano" . Una pianta che rispetto a quella dei nostri antenati pare non abbia conservato quasi niente, per via degli svariati incroci genetici che ha subito fino a renderlo più basso, più resistente al vento e al conseguente "allettamento" (caduta) e con un carico proteico maggiore per aumentarne la resa, data la maggiore richiesta, e per sfamare tutta la popolazione mondiale.
Pioniere di quella che fu definita Rivoluzione Verde fu il genetista americano Norman Borlaug che proprio per il suo intento, riuscito, di ridurre la fame nel mondo, fu insignito del premio Nobel per la pace nel 1970.
Anche questa è stata una campagna molto attiva sui social supportata a volte da verità scientifiche a volte no. Ad esempio si è molto diffusa online l'idea che la celiachia possa avere avuto origine proprio da questo aumento delle proteine contenute nel glutine a seguito delle modificazioni. È una teoria sicuramente interessante ma al momento non ci sono evidenze scientifiche ad accreditarla.
E inoltre questa campagna mediatica contro il grano ha scatenato l'ennesima moda: la "glutenfobia". Ma attenzione, gastroenterologi, nutrizionisti, l'Istituto Superiore di Sanità e la stessa Associazione italiana celiachia sono tutti concordi: la dieta gluten free è una scelta alimentare poco salutare in assenza di una diagnosi di celiachia certa.
-Senza olio di palma-
E che dire della battaglia contro l'olio di palma? Anche questa medica e mediatica ha portato l'industria a ridurre e/o eliminare questo ingrediente dai prodotti, molti dei quali dedicati alla prima infanzia.
-Vegetarianesimo-
Quando pensiamo a medici "influencer" non possiamo non pensare al prof. Umberto Veronesi (già ministro della Sanità, Fondazione Veronesi) e alla sua campagna (ma sono tanti i medici concordi) contro la carne o per meglio dire a favore della riduzione drastica del consumo di carne rossa, soprattutto lavorata, associato da alcune ricerche all'aumento di specifiche tipologie di tumori. Questa sensibilizzazione sul consumo della carne è sicuramente molto importante non solo per la nostra salute come è ormai comprovato, ma anche per il nostro pianeta infatti la produzione incontrollata di carne rischia di privare la Terra di acqua potabile e di fonti energetiche. A queste ragioni ovviamente si aggiungono quelle etiche.
Oggi vediamo un numero crescente della popolazione italiana che si dichiara vegetariana e vegana. Ma attenzione, bando al fai da te magari dettato dalle mode del momento; è fondamentale che lo schema alimentare venga stilato e deciso insieme a un nutrizionista per non incorrere in rischiose carenze.
Su questa linea della sostenibilità, dagli Stati Uniti arriva, la dieta flexitariana, alla lettera vegetariana flessibile già adottata da molte star; è un regime alimentare prettamente vegetale che non esclude un consumo limitato di carni anche rosse.
-Super food-
E per concludere questa carrellata di tendenze alimentari, mancano all'appello i già citati super food. Da sempre si parla di alimenti dalle tante proprietà benefiche, ma negli ultimi anni le più recenti ricerche scientifiche hanno portato alla luce un nuovo orizzonte nel campo dell'alimentazione, la relazione tra il cibo e il nostro DNA, il nostro genoma: il cibo "dialoga" con i nostri geni, influenza il nostro metabolismo e la nostra salute, manda cioè dei "messaggi" alle nostre cellule, di salute nel caso di cibo "sano", di malattia nel caso di cibo "sbagliato", incompatibile. Questo è quello che studia la scienza della nutrigenomica, unione tra genomica e nutrizione spesso associata alla nutraceutica anch'essa nata dall'incontro tra l'approccio nutrizionale e quello farmaceutico.
Alla luce di questi nuovi orizzonti la scelta dei cibi che assumiamo diventa molto importante per la nostra salute; sicuramente alcuni alimenti sono più prodigiosi di altri perché ricchi di micro nutrienti e per le loro proprietà, "anti-aging", combattendo radicali liberi, infiammazione, stress.
Una grande campagna di marketing ha però portato alla ribalta cibi a volte un pò esotici etichettati come superfood: bacche di goji, avocado, melagrana, semi di chia, zenzero, curcuma, alghe, semi di canapa, radice di ginseng, ecc. Forse un'eccessiva pubblicità verso alimenti che indubbiamente hanno buone proprietà ma non più di altri già presenti nella nostra alimentazione quotidiana: broccoli, barbabietole, frutti di bosco, mandorle, noci, frutta, verdura, legumi ecc.
Ed è proprio per bloccare l’utilizzo spropositato di questo termine da parte delle aziende ai fini di marketing che l’Unione Europea dal 2007 ha vietato l’uso della denominazione superfood sulle confezioni.
Inoltre come ci ricordano medici e ricercatori nessun cibo si può considerare miracoloso, pertanto il suo consumo peraltro irrilevante, non può metterci da solo al riparo da eventuali malattie; la prevenzione è importante anche a tavola, ma sempre nel contesto di un'alimentazione varia ed equilibrata e di uno stile di vita adeguato. Che beneficio potrebbe portare il consumo di curcuma o bacche di godji, se poi magari continuiamo a fumare, a bere o magari a ingozzarci contemporaneamente di patatine e dolciumi?
E nel prossimo futuro? Quali saranno i trends alimentari ?
Ovviamente ancora cibi sani, sostenibili e "novel food": una manciata di cavallette e il pranzo è servito.
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