Tra Scienza e Pseudoscienza.
Vorremmo fare una premessa, quando si scrive di scienza non si può dirimere dall'introdurre il Metodo Scientifico, non ci dilungheremo, la sua definizione la trovate su qualsiasi testo scientifico, in due parole:
“Il metodo scientifico è quel procedimento mediante il quale si giunge a una descrizione vera della realtà, cioè oggettiva e verificabile.”
Ecco quindi in cosa consiste un fenomeno "dimostrabile scientificamente". Per farla breve questo vuole dire che:
· la scienza si basa su risultati di osservazioni e di esperimenti.
· i risultati devono essere (almeno in linea di principio) ripetibili e verificabili da altri scienziati.
· i risultati scientifici devono essere confutabili.
· il metodo sperimentale si fonda sull'autonomia della scienza; essa trova le sue verità indipendentemente dalla filosofia e dalla fede.
l procedimento usato nell'indagine scientifica per studiare i fenomeni sperimentalmente in laboratorio e giungere all'enunciazione di leggi comprende varie fasi:
1. osservazione;
2. individuazione del problema;
3. documentazione;
4. formulazione dell'ipotesi;
5. verifica sperimentale;
6. analisi dei dati;
7. comunicazione dei risultati;
8. ricerche e ulteriori verifiche;
9. enunciazione della legge.
Inutile scendere nei dettagli, sono arte nota, concludendo possiamo scrivere che: la scienza non afferma l'assoluta verità delle proprie affermazioni, al contrario una teoria scientifica deve essere ritenuta valida soltanto fino a quando riesce a spiegare i fenomeni noti e a fornire previsioni che siano verificabili sperimentalmente; una nuova teoria potrà soppiantarne una precedente solo qualora riesca a prevedere o spiegare fenomeni non previsti o non spiegati fino ad allora, inoltre essa sarà ritenuta "vera" solo se riesce a resistere ai tentativi di "falsificazione"; per tale motivo, l'attività degli scienziati, se da un lato consiste nel raccogliere nuovi dati e nel formulare nuove teorie, dall'altro, si svolge nel cercare di falsificare le teorie e le affermazioni altrui. In ambito scientifico, il ruolo della critica reciproca è di fondamentale importanza.
Cerchiamo invece di capire la differenza con le "Pseudoscienze".
Eccoci arrivati al problema, cosa sono le "pseudoscienze", partiamo dalla definizione tratta da Wikipedia:
Il termine pseudoscienza indica ogni teoria, metodologia o pratica che afferma, pretende o vuole apparire scientifica ma che tuttavia non mostra i criteri tipici di scientificità ovvero non ha alcun'aderenza al metodo scientifico (o metodo sperimentale), che è il metodo alla base della scienza moderna per dimostrare le proprie affermazioni e progredire.
Quali sono le caratteristiche principali che contraddistinguono le "pseudoscienze" [1, 2, 3, 4]:
· affermazioni vaghe e imprecise su grandezze prive di specifiche misurazioni o per le quali si sostiene che non siano misurabili;
· affermazioni prive di verifica sperimentale oppure in contraddizione con altri risultati sperimentali;
· tendenza a modificare abitualmente la natura delle proprie asserzioni per sfuggire alle critiche;
· presentazione di risultati sperimentali privi di qualsiasi forma di peer review;
· violazione del rasoio di Occam, ovvero il principio secondo il quale per spiegare un dato fenomeno si debba preferire, tra le teorie possibili, quella con meno assunzioni possibili;
· denuncia di un presunto ostracismo della "scienza ufficiale", dovuto a chiusura mentale e interessi economici;
· mancanza di effettivo controllo sui risultati come l'utilizzo del doppio cieco nella sperimentazione;
· asserzioni che si afferma non siano state dimostrate come false e che quindi devono essere vere (o viceversa);
· asserzioni eccessivamente legate a prove testimoniali o esperienze personali;
· asserzioni che presentano dati che sembrano comprovare il risultato, ma che non tengono conto di altri dati che confliggono con esso, questo è un esempio di effetto di selezione ovvero una distorsione della prova o dei dati che ha origine nel modo in cui i dati sono raccolti.
· richiamare “l'olismo” come opposto al riduzionismo; coloro che propongono teorie pseudoscientifiche, in particolar modo nel campo della medicina alternativa spesso ricorrono al "mantra dell'olismo" per spiegare i risultati negativi;
· mancanza di evoluzione e progressi nel proprio campo, nella ricerca scientifica si commettono errori che tendono a essere eliminati nel tempo, al contrario, le pseudoscienze rimangono inalterate nel tempo a dispetto delle contraddizioni intrinseche;
· principio di maggioranza, si fa leva sul ragionamento: se migliaia di persone vi ricorrono, qualche cosa di vero deve pur esserci;
· principio d'autorità: nella pseudoscienza si riscontra la tendenza a fare accettare, senza possibilità di critica, il pensiero di una data persona (l'autorità) sulla base del fatto che questa deve essere considerata superiore.
Lo scrittore americano Chet Raymo [5] ha anche enunciato una serie di azioni con cui, i pataccari delle pseudoscienze, vendono le loro teorie farlocche:
· conferire alla teoria un'aura di scientificità;
· falsificare le credenziali di chi la propugna (ad es. qualificandolo come: Dottore o Professore);
· esporre la teoria in modo molto semplice, senza equazioni o formule complesse;
· non esitare a spiegare tutti i fenomeni che oggi la scienza non riesce a spiegare;
· mostrare almeno una dozzina di ricorrenze per ogni fenomeno che si vuole esistente;
· tenersi alla larga dalle superstizioni più ingenue (ad esempio gli oroscopi);
· porre l'individuo al centro di una fitta rete di influenze cosmiche;
· aggiungere un po' di sesso;
· non avere paura di lanciarsi contro la scienza istituzionale;
· tenere pronto il famoso passo dell'Amleto "ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia".
Si potrebbe continuare all'infinito, ma volendo darci un taglio per non annoiare il lettore, possiamo concludere che la distinzione tra cosa è scientifico e cosa non lo è appare piuttosto netta. Certo in passato: parecchi scienziati (e le loro teorie) sono state derisi e messi all'angolo (Einstein, Planck, Darwin, Marconi, la teoria della tettonica a zolle, ecc..), però è anche vero che attraverso l'applicazione di un rigoroso metodo scientifico la maggior parte di essi è stata riabilitata e le loro teorie sono diventate i pilastri della scienza moderna, invece ciò che rientra in ambito "psudoscientifico" lì rimane, continuando a mettere sullo stesso piano tesi scientifiche e tesi pseudoscientifiche sulla base non delle prove a sostegno ma della percezione e della bravura dialettica del sostenitore delle teorie antiscientifiche.
Molti sostenitori delle pseudoscienze sono tali perché vorrebbero oltrepassare i limiti che la conoscenza scientifica impone; tuttavia le pseudoscienze pretendono di apparire scientifiche senza essere disposte a pagare il prezzo in termini di metodo rigoroso, inoltre, se anche le scienze ufficiali fossero tanto ottuse e conservatrici quanto vengono dipinte dai seguaci delle pseudoscienze, non si capirebbe allora il senso di tanta insistenza nel volersi definire scienze, se non per uno scopo propagandistico e pubblicitario.
Appare certo svilente, il buon Galilei si starà rigirando della tomba, che scrivendo, su un qualsiasi motore di ricerca, un qualche riferimento alle pseudoscienze: omeopatia piuttosto che cristalloterapia, i primi risultati rimandano a quei siti che li promuovono, trovando spesso in fondo quelli che criticano le stesse.
Ma non demordiamo, cercheremo di correggere la rotta, per questo dai prossimi articoli entreremo nel merito di alcune di esse, inizieremo con una delle ultime arrivate "La Medicina Quantistica".
Alla prossima.
[1] Gauch HG Jr. Scientific Method in Practice (2003)
[2] Lakatos I (1970) "Falsification and the Methodology of Scientific Research Programmes." in Lakatos I, Musgrave A (eds) Criticism and the Growth of Knowledge pp 91-195; Popper KR (1959) The Logic of Scientific Discovery
[3] Gauch HG Jr. (2003) op cit 269 ff, "Parsimony and Efficiency"
[4] Terence Hines, Pseudoscience and the Paranormal: A Critical Examination of the Evidence, Prometheus Books, Buffalo, NY, 1988. ISBN 0-87975-419-2. Thagard (1978) op cit 223 ff
[5] Il dubbio e la fede. L'elettrizzante contatto tra scienza e religione, Chet Raymo, Baldini Castoldi Dalai, 2008, ISBN 8860732115,

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